In questo Libro delle Idee andremo a conoscere insieme il progetto creato dallo studio Grippo+Murzi Architetti, in collaborazione con l’arch. Fabio Coletta, per la realizzazione di un bistrot negli spazi della Casa del Jazz, il complesso ricavato dal recupero di Villa Osio sulla via Ardeatina a Roma.
Progettata negli anni Trenta da Cesare Pascoletti, allievo di Piacentini, su commissione dell'avvocato Arturo Osio, per la costruzione di Villa Osio vennero utilizzati materiali e una palette cromatica della tradizione romana antica, declinati in una struttura sobria e ricercata, con un portico ad archi all'ingresso orientale.
Restituita alla città dopo un complesso intervento di recupero nel 2005, la villa divenuta Casa del Jazz è oggi dotata di spazi per la fruizione e produzione della musica, un Auditorium da 150 posti, studi di registrazione, biblioteca e spazi multimediali.
A questi oggi si aggiunge il ristorante progettato da Grippo+Murzi Architetti in collaborazione con l’arch. Fabio Coletta: la musica è il filo che lega sia la decorazione, affidata in particolare a tre grandi murales di artista creati da Kick, che l'illuminazione, in cui spiccano i neon pensati dallo stesso artista per armonizzare con leggerezza struttura architettonica e contrasti materici.
Il concetto della Domus
romana è declinato in un atrium centrale intorno al quale si articolano gli ambienti e le sale del ristorante, fulcro visivo e di relazioni in cui trovano posto forno e banco per la preparazione delle pizze.
I contrasti cromatici e materici in cui si articola il progetto, come le note di composizioni musicali, trovano equilibri e assonanze inaspettati, sciogliendosi in armonie di tonalità e luci pensate per rendere l'esperienza del ristorante un viaggio sensoriale completo tra colori, suoni e sapori.
Non ci resta che andare ad assaporare un assaggio di questa esperienza: seguiteci.
Al pavimento in resina nera esistente, lo studio Grippo+Murzi e l’arch. Fabio Coletta hanno deciso di contrapporre i colori accesi e la forza immaginifica dei murales creati specificamente per questo intervento dall'artista Kick, pseudonimo di Giuseppe D'Emilio, la cui ricerca artistica si muove tra street art, Jean-Michel Basquiat e Keith Haring.
atriumcome fulcro
L'impianto della struttura, un tempo residenza del custode di Villa Osio, era quello della Domus
romana, con un ampio patio centrale intorno al quale si sviluppavano gli ambienti della casa. Idea ripresa dagli architetti nell'atrium diventato fulcro del progetto.
atriumcome fulcro
Occupato dal forno centrale e dal bancone per la preparazione delle pizze, questo ambiente accoglie la luce attraverso il lucernario centrale irraggiandola verso gli altri ambienti, centro propulsore e di attrazione del movimento interno, e insieme anche spazio di incontro e relazione.
Come detto, insieme all'architettura, la musica è il filo conduttore che lega l'organizzazione funzionale degli ambienti e la loro decorazione. I neon di Kick accompagnano questa trama visuale, a un tempo enfatizzandone e spezzandone il movimento, come in un improvviso interrompersi di una melodia poi destinata a riprendere in maniera giocosa.
Come possiamo vedere in questa immagine, elementi irrinunciabili di qualsiasi ristorante come i tavoli, sono portati a dialogare continuamente con la struttura architettonica, a partire dalla scelta della forma rotonda, che favorisce la fluidità di movimento, ma anche grazie a colori e luci.
La continuità cromatica e materica del pavimento in resina nera è rotta dall'inserimento di matericità e cromatismi radicalmente differenti, come quelli del bancone per i cocktail rivestito da lastre di rame ossidato e dettagli di ottone.
Le sculture luminose di Kick, che punteggiano gli ambienti del ristorante Bo.Bo Bistrot progettato dallo studio Grippo+Murzi Architetti in collaborazione con l’arch. Fabio Coletta, tengono aperto con leggerezza un dialogo continuo tra i commensali e la struttura architettonica.
Il bancone per i cocktail rappresenta un altro momento di incontro fisico e relazionale all'interno del microcosmo del bistrot, accompagnato anche in questo caso dalla potenza immaginifica e tonale di uno dei murales.
Il colore degli arredi e la vivacità delle decorazioni dei murales ritorna nelle piccole sale che si sviluppano intorno al volume centrale, declinando in infinite variazioni tonali la dicotomia che rappresenta uno dei concetti centrali dell'intero progetto.
Il progetto illuminotecnico pensato e realizzato su misura dallo studio Grippo+Murzi Architetti in collaborazione con l’arch. Fabio Coletta per il bistrot, rappresenta una sintesi di notevole efficacia tra design di qualità e esigenze funzionali: forme originali come quelle che vediamo in questa immagine, si accompagnano alla qualità della luce e della sua organizzazione, votate a rendere il più godibile possibile l'esperienza culinaria.