Catene Antisismiche: Cosa Sono e Come Funzionano

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Sicuramente la tecnologia ha compiuto passi da gigante per limitare i danni dei terremoti, ma non bisogna dimenticare che un edificio è sicuro in fatto di terremoto soltanto se viene effettuata una manutenzione costante, con l'obiettivo di abbassare il livello di rischio in caso di sisma. In particolare nei centri storici di città e paesi italiani, non si contano gli esempi di abitazioni ed edifici di un tempo andati incontro a importanti danni strutturali durante un terremoto, a causa del mancato rispetto dei regimi urbanistici.

Detto ciò, in occasione degli ultimi eventi sismici verificatisi in centro Italia, ingegneri e esperti hanno riscoperto le cosiddette catene antisismiche, una delle soluzioni più utilizzate per limitare i danni di un terremoto: l’incatenamento consiste in un sistema di presidio e consolidamento dell’edificio in muratura, costituito da catene e tiranti in grado di ricostituire e restituire un comportamento scatolare e monolitico della scatola muraria. Approfondiamo insieme questo sistema di sicurezza contro i terremoti.

Catene antisismiche: come funzionano?

Gli interventi volti a limitare danni a edifici situati in zone ad alto livello sismico variano a seconda del tipo di struttura e della zona sismica in cui ci si trova. Tali interventi devono essere quindi progettati da esperti ed eseguiti da personale specializzato sotto la guida di un tecnico competente, anche perché avere a che fare con le strutture di un edificio richiede grande meticolosità e attenzione a tutti i particolari.

Questi interventi possono essere applicati tramite tiranti e catene, nient'altro che barre realizzate in acciaio e collocate livello del pavimento o del solaio: questi vengono messi in tensione e la tensione viene applicata alla barra attraverso un fissaggio eseguito con piastre metalliche dall'esterno alle due estremità dei muri.

Essendo le pareti antisismiche un'istallazione di collegamento tra pareti e solaio, il tirante consente alle pareti di non ribaltarsi all'esterno e di limitare i danni in generale alle stesse, durante l'azione del sisma. I muri che vengono coinvolti in questo tipo di intervento di consolidamento strutturale sono i muri portanti e di solito questa tecnica viene adoperata per edifici alti che presentano più piani.


Altri tipi di supporti antisismici

Oltre alle catene antisismiche, esistono anche i cordoli perimetrali in calcestruzzo armato, un tipo d'intervento più invasivo e certamente anche più costoso. I cordoli perimetrali in cemento armato, rispetto alle catene antisismiche, svolgono la funzione di di solidarizzare la soletta del solaio all'intera struttura in maniera tale che l'intera struttura reagisca in modo unitario muovendosi in modo sincrono ed elastico fino alla fine della sollecitazione in caso di scossa di terremoto.

Ancora, ci sono anche degli interventi puntuali di chiusura delle fessurazioni apertesi durante un sisma, per le quali esiste una tecnica chiamata cuci-scuci o di sostituzione muraria, ossia la sostituzione di tutti gli elementi degradati o lesionati con elementi nuovi, di modo che vengano chiuse le fessure che si sono aperte, collegando successivamente la muratura in modo accurato.

Questo tipo di tecnica viene utilizzata quando parliamo di lesioni e fessure su elementi murari portanti, se l'elemento non è portante, come ad esempio una tramezzatura, l'intervento potrà essere meno invasivo; in questo caso infatti, si potrà applicare una rete, solitamente realizzata con poliestere ed acciaio, che poi verrà ricoperta da uno strato d'intonaco, in questo modo la struttura diventa elastica e reagisce così da evitare crolli immediati.

Catene antisismiche: manutenzione e accorgimenti

Una delle cose importanti da sapere è il grado di rischio sismico della zona in cui ci si trova. La classificazione sismica ha 4 livelli, il quarto è il meno pericoloso mentre il primo è considerato altamente a rischio.

Quando si verifica un terremoto di una certa entità, tutto ciò che non è ancorato alla struttura, come i coppi della copertura o qualche vetro non ben fissato, rischia di cadere, provocando danni, anche molto seri, a persone e cose.

Nonostante il legno sia uno dei materiali che risponde meglio al sisma grazie alla sua grande flessibilità, è di estrema importanza apportare una manutenzione degli elementi realizzati con il suddetto materiale, in special modo quando si tratta di strutture portanti all'interno di una casa. Inoltre, il legno è un materiale ecologico ed ecocompatibile, che assicura anche un buon isolamento, quindi inevitabilmente agisce sul bilancio energetico.

Se invece la struttura è in cemento armato, bisogna assicurarsi che l'armatura interna, costituita da barre di acciaio al carbonio o di acciaio inossidabile abbia un diametro non inferiore ai 5 mm. Inoltre, se il muro è portante quest'ultimo dovrà avere uno spessore minimo di 15 cm. Se ci si trova in zone altamente a rischio, bisogna assicurarsi che il tetto abbia una struttura portante sufficientemente solida da sorreggere la copertura.

Si possono fare delle indagini anche sulle fondazioni dell'edificio, eseguite attraverso uno studio geotecnico, in cui si studieranno le caratteristiche del terreno per capire se questo potrà essere in grado di sopportare sollecitazioni in caso di sisma.

Infine va detto che la casa antisismica privilegia forme semplici perché la presenza di elementi di separazione potrebbe comportare effetti di torsione degli elementi stessi.

Per ulteriori approfondimenti: Come rendere una casa antisismica in Italia

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